Un viaggio nella forma novecentesca, nell’innovazione profonda che tiene conto della grande tradizione dalla scultura e delle costanti effrazioni delle avanguardie. Pierluigi Cattaneo, opera da tempo in una sintesi formale che crea, in modo armonico, un riallacciamento semantico e formale tra passato e presente.

I corpi maschili e femminili si riducono alle loro linee essenziali. Morbidi e sinuosi profili fluttuano tra le venature del legno e della radica, si fondono e confondono nella resina e nel bronzo, sino a formare una massa plastica e dinamica. Le Figures di Moore, le composizioni antropomorfiche di Arp, l’essenzialismo di Brancusi riecheggiano nelle opere dell’artista bresciano, che con dolci e levigate movenze indaga la natura dell’essere. Uomini e donne soli, chiusi in loro stessi, come i più famosi manichini di De Chirico. Da un punto di vista formale l’artista scava le sue immagini, volendo mettere a nudo l’arduo travaglio del percorso di introspezione individuale a cui l’uomo contemporaneo è obbligato a sottoporsi. Nel continuo reiterarsi di forme incave, perfettamente smussate e arrotondate, vi è un evidente rimando a uno stato di dolore esistenziale che si leviga nell’abitudine. Allo stesso modo si assiste a uno slancio verso la vita dato dalla predilezione per la forma tonda e curvilinea che rimanda alla perfezione e positività metafisica del cerchio rispetto alle linee secche e spezzate che rinviano invece a una tragicità irrisolta. Le medesime modalità espressive sono riproposte dall’artista nelle sculture bidimensionali, realizzate per la maggior parte con materiali poveri e quotidiani, come carte, cartoni ondulati e trame tessili sfrangiate, nelle quali viene privilegiato il monocromo, spia di una rassegnazione a certe modalità che la vita impone. Queste opere si trasformano anche in strutture più complesse, tridimensionali, torri elevate verso l’alto, in cui il ripetersi di elementi ascensionali, intervallati da segmenti orizzontali, suggerisce metaforicamente la struttura di una scala, tesa verso un oltre che mai raggiunge. La scelta di inserire di materiali diversi, che alludono a immagini e figure vitali, superando così la negazione alla pittura del russo Malevič, che proponeva l’immagine di Quadrato bianco su fondo bianco, appare il sì alla vita dell’artista. Bianco, nero, rosso e giallo sono i colori prediletti da Cattaneo, che attraverso l’utilizzo di supporti di diversa consistenza materica, riesce a raffigurare tagli e fratture che rinviano alla fragilità e alla frammentarietà del vivere odierno.

Scritto da Maurizio BERNARDELLI CURUZ e Francesca ROMAN

Brescia, aprile 2012